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giovedì 29 dicembre 2011
Capodanno
Vi auguro tanti auguri di Buon anno e mi raccomando andate a vedere gli outfit della serata!
giovedì 22 settembre 2011
Ankle boots Belle
Christian Louboutin torna a stupire con uno dei modelli più… “notevoli” della sua collezione autunno inverno 2011-2012. Parliamo degli ankle boots Belle, scarpe che colpiscono inevitabilmente al primo sguardo non solo per l’altezza dei tacchi, ben 10 cm, ma forse soprattutto per il modo in cui sono stati uniti la fantasia pitone con l’effetto vernice, ovviamente proposti in un nero che rende ancora più evidente il contrasto con il rosso iconico della suola.

martedì 13 settembre 2011
Cappelleria D'Alò
Vi voglio raccontare di un’esperienza bellissima che mi è capitata!
Al mio rientro dal Salento, ho deciso di andare a trovare una mia amica di università che abita in provincia di Bari e ,precisamente, a Gravina in Puglia.
All’entrata del paese sbagllio strada e la mia amica mi consiglia di parcheggiare la macchina ed aspettarla; mi verrà lei in contro e guiderà verso casa sua!
Parcheggiamo la macchina in un viale alberato ricco di fontane, panchine ed ombra e nell’attesa decido di dare un’occhiata alle vetrine dei negozi aperti lungo la via.. tappa obbligatoria !
Senza accorgermene mi ritrovo in una piazzetta. La mia attenzione viene subito calamitata da un piccolo gruppo di giovani fermi davanti la vetrina di un negozio.
Hanno in mano delle shopping bag marroni con una scritta “Cappelleria D’Alò”.
Possibile, mi chiedo; una cappelleria? È difficile sentir nominare questo nome perfino nei grandi centri!
(poi , si sa, noi fashion victim, quando sentiamo certi nomi, siam sempre incuriosite!!!)
Stupita, mi avvicino! Alzo gli occhi e stampigliato sulla vetrina d’ingresso leggo due scritte : “ Cappelleria” e “ D’ Alò” e una vetrina in legno … tutto richiamava un’atmosfera da “Passage “ in stile anni 40. Impossibile non entrarvi!
Dimenticandomi di chi era li nelle vicinanze ad attendermi, salgo gli scalini dell’entrata e mi ritrovo circondata da scaffali e vetrinette in legno di noce con ben allineate pile di cappelli di varia foggia e colore.
Sembrava che il tempo si fosse fermato agli anni 30/40. Pareti in tufo, pietra locale, volte a botte, banconi chiusi in legno, lampadari a piattino azzurri collegati all’elettricità tramite fili a treccina e isolanti in porcellana; sgabelli in legno per accomodarsi, foto in bianco e nero e antiche pubblicità della ditta “Borsalino”.
Ad accogliermi un signore dall’aspetto giovanile che con occhi sorridenti e con orgoglio (noto) mi racconta che il negozio è stato fondato dal nonno nel 1905 e ora la terza generazione della famiglia, tenacemente continua l’attività in questo piccolo centro , più per amore che per lucro.
Estasiata chiedo di provare qualche cappello esposto … ho scoperto tante storie!
Si,perché il sig. Giuseppe, uno dei due proprietari, per ogni creatura mi spiegava, non solo il modo di indossarla; ma anche alcuni espedienti per la realizzazione e aneddoti su nomi e origini.
Qualcosa di fantastico, se siete da quelle parti vi consiglio di farci un giro!
Al mio rientro dal Salento, ho deciso di andare a trovare una mia amica di università che abita in provincia di Bari e ,precisamente, a Gravina in Puglia.
All’entrata del paese sbagllio strada e la mia amica mi consiglia di parcheggiare la macchina ed aspettarla; mi verrà lei in contro e guiderà verso casa sua!
Senza accorgermene mi ritrovo in una piazzetta. La mia attenzione viene subito calamitata da un piccolo gruppo di giovani fermi davanti la vetrina di un negozio.
Possibile, mi chiedo; una cappelleria? È difficile sentir nominare questo nome perfino nei grandi centri!
(poi , si sa, noi fashion victim, quando sentiamo certi nomi, siam sempre incuriosite!!!)
Dimenticandomi di chi era li nelle vicinanze ad attendermi, salgo gli scalini dell’entrata e mi ritrovo circondata da scaffali e vetrinette in legno di noce con ben allineate pile di cappelli di varia foggia e colore.
Si,perché il sig. Giuseppe, uno dei due proprietari, per ogni creatura mi spiegava, non solo il modo di indossarla; ma anche alcuni espedienti per la realizzazione e aneddoti su nomi e origini.
Qualcosa di fantastico, se siete da quelle parti vi consiglio di farci un giro!
martedì 6 settembre 2011
GNOCCHI DI MELANZANE CON POMODORO, BASILICO ED UNA GRATTATA DI RICOTTA SALATA
Vi voglio consigliare questa sfiziosa ricetta che ho provato alla gnoccheria il "PASTO GIUSTO"
Ingredienti per 5 persone:
2 melanzane viola per gr.500
100 gr. di ricotta fresca
120 gr. di farina di grano duro rimacinato
1 uovo
Sale
Per il condimento:
180 gr. di polpa di pomodoro
50 gr. di ricotta salata da grattuggiare al momento
1 ciuffo di basilico
80 gr. di olio extraverfine di oliva
Sale e pepe
Preparazione:
riempire una pentola capiente con 2 litri d'acqua salata e dopo aver raggiunto l'ebollizione, immergere le melanzane e far cuocere per 12 minuti con il coperchio. Al termine scolare le melanzane, conservando l'acqua di cottura, pelarle e passarle al setaccio o in alternativa frullarle. Su un piano di lavoro aggiungere alle melanzane la farina, la ricotta fresca, l'uovo ed un pò di sale, impastare e mettere il tutto in una tasca da pasticcere. Nell'acqua di cottura delle melanzane riportata ad ebollizione, far cadere gli gnocchi uno alla volta. Una volta venuti a galla, tirarli fuori con un mestolo forato e metterli nella padella con il sugo di pomodoro e basisilico preparato precedentemente, farli saltare per qualche minuto aggiustandoli e disporli su un piatto da portata grattuggiando con ricotta salata in abbondanza.
Ristorante PASTO GIUSTO, Via Cesana 10. Tel 02.28.22.744.
Ingredienti per 5 persone:
2 melanzane viola per gr.500
100 gr. di ricotta fresca
120 gr. di farina di grano duro rimacinato
1 uovo
Sale
Per il condimento:
180 gr. di polpa di pomodoro
50 gr. di ricotta salata da grattuggiare al momento
1 ciuffo di basilico
80 gr. di olio extraverfine di oliva
Sale e pepe
Preparazione:
riempire una pentola capiente con 2 litri d'acqua salata e dopo aver raggiunto l'ebollizione, immergere le melanzane e far cuocere per 12 minuti con il coperchio. Al termine scolare le melanzane, conservando l'acqua di cottura, pelarle e passarle al setaccio o in alternativa frullarle. Su un piano di lavoro aggiungere alle melanzane la farina, la ricotta fresca, l'uovo ed un pò di sale, impastare e mettere il tutto in una tasca da pasticcere. Nell'acqua di cottura delle melanzane riportata ad ebollizione, far cadere gli gnocchi uno alla volta. Una volta venuti a galla, tirarli fuori con un mestolo forato e metterli nella padella con il sugo di pomodoro e basisilico preparato precedentemente, farli saltare per qualche minuto aggiustandoli e disporli su un piatto da portata grattuggiando con ricotta salata in abbondanza.
Ristorante PASTO GIUSTO, Via Cesana 10. Tel 02.28.22.744.
mercoledì 31 agosto 2011
VINTAGE (purchè) D’AUTORE
Sempre più il Vintage ha acquisito un ruolo indiscusso nello stile contemporaneo.
Che cosa significa? Il vintage è l’arte di abbinare in modo originale e attuale capi o accessori datati.
In inglese la parola nasce nel mondo del vino e designa l’anno di raccolta dell’uva. Superati i confini british, la parola ha assunto un nuovo significato nel vocabolario della moda contemporanea. Vintage è tutto ciò che è datato, e tutto ciò che testimonia lo stile di un’epoca, dalla moda al design, fino agli oggetti di uso quotidiano (ad esempio si parla di auto vintage, gioielli vintage, abiti vintage e così via).
Il vintage ha un’anima, evoca un periodo lontano passato, generalmente un’epoca in cui le persone amavano le cose ben fatte, gli abiti cuciti a mano, le rifiniture ben curate. Come tale è un punto di vista personale su stessi e sulla moda del momento.
Proporre un capo vintage può essere un modo per introdurre un elemento affascinante, di affermazione della personalità rispetto all’omologazione o alla prevedibilità delle vetrine all’ultima moda. Quella vintage è una moda che resiste alla globalizzazione di Zara-H&M-Gucci e che negli ultimi anni ha conquistato tutti: fashionisti , star (a partire dalla celebre mise di Julia Roberts che alla notte degli Oscar ha sfoggiato un meraviglioso Valentino d’annata).
Attenzione. Quello dell’usato è un mondo che può nascondere insidie e falsi pezzi unici. Bisogna farsi furbi, ricordando di controllare con attenzione sempre lo stato di conservazione dei singoli pezzi. Un orlo scucito o un bottone mancante possono essere riparati, ma una macchia di rossetto su una camicia in pizzo difficilmente potrà andare via. E poi è bene tenere a mente le caratteristiche stilistiche di ogni decennio e il modo in cui si adattano alle differenti morfologie del corpo.
Quando un capo si può chiamare vintage?
Generalmente per essere vintage non basta che un capo appartenga alla stagione precedente e che non sia più in vendita nei negozi. Sono vintage i capi di abbigliamento e gli accessori che sono stati fabbricati tra gli anni ’20 e gli anni ’80. Prima, si parla sono di abiti d’epoca e difficilmente riadattabili alle nostre silhouette e soprattutto alle esigenze del vestire contemporaneo (basta pensare ai pesanti cappotti in velluto dell’epoca di Poiret di inizio secolo, o alle sottogonne in crinolina). Consigliamo in tal caso di limitarsi a valutare singoli accessori o dettagli, ricordandosi che vanno maneggiati con cura. A partire dagli anni ‘80 invece si entra nell’epoca della moda contemporanea. Naturalmente nessuno vieta di considerare vintage un tubino-bustier di Donna Karan, le T-shirt a strisce firmate Helmut Lang negli anni 90: alcuni capi entrano così velocemente nella storia della moda che accedono più rapidamente allo status di vintage. Un’altra eccezione è costituita dalle borse super-griffate che sono diventate dei must-have della stagione. Dalla borsa Muse di Yves Saint Laurent, alla Lady Dior alla Alma di Vuitton: anche se hanno solo due o tre anni questi oggetti sono comunque degli investimenti e difficilmente si rimpiangerà di avere speso soldi per acquistarle.
mercoledì 24 agosto 2011
I TREND della prossima stagione A/I 2010-2011
Ecco a voi i trend irrinuncabili per la prossima stagione A/I 2010-2011
Cappelli
Tricot
Fiocchi
Cinturino
Pied-de-poule
Pizzo
Cocco print
martedì 2 agosto 2011
I cinque gioielli Must
Ci sono alcuni gioielli che non possono mancare nel "portagioie" di una donna, che sono:
Gli orecchini antichi
Non passano mai di moda, visto che risalgono già a un secolo fa. Di giorno o di sera, si adattano a qualsiasi stile, un pò come quelli alla creola.
Il braccialetto portafortuna
Un elemento fondamentale per aumentare il nostro carisma, sopratutto se ogni charms ha un proprio significato.
L'orologio da uomo
Portato con un golf di cachemire. I jeans e le Converse fa molto sensuale. Abbinato alla giacca da smoking o al tubito nero, fa sexy.
L'anello con le pietre colorate
Gli anelli d'oro ravvivati da una pietra preziosa o semipreziosa sono gioielli senza età. Certe persone pensano che le pietre possiedano la capacità di migliorarci la vita: il calcedonio, per esempio, è noto per le sue proprietà calmanti; la citrina dà energia; la peridotite protegge dagli influssi negativi e regala un tocco di allegria.
Il bracciale a fascia
Indossarlo fa un pò l'effetto di una dichiarazione di stile.
martedì 26 luglio 2011
A Parigi un "bar" per curare lo CHIGNON
Nella Belle Époque veniva guarnito con forcine e pettini in corno. Oppure in versione tempestata di brillanti a forma di anemoni e insetti come nella collezione Art Nouveau di Lalique.
Non c'è una diva che non l'abbia sfoggiato in qualche film o sul red carpet. Ritorna in grande stile lo chignon.
«Lo chignon è facile da fare, basta solo inumidire i capelli prima di attorcigliarli e puntarli con le forcine», dice Zeno Sorini del Gabrio Staff Olimpo di Firenze. «Per la sera può essere più elaborato. Per un maggior volume si possono anche usare delle trecce finte, oppure dei posticci tono su tono, che esaltano la forma a cipolla o a conchiglia. L'effetto da raggiungere è quella di una proiezione dello chignon all'indietro, eccessivo, ma di grande fascino. Oppure su una parte della chioma si realizzano piccole treccine, che scendono lungo il viso e possono anche coprire le orecchie a "sventola", mentre le altre ciocche si raccolgono a chignon. Il risultato è migliore quando il capello non è stato appena lavato». Lo chignon esalta i lineamenti, evidenzia il trucco, accompagna bene ogni abito e si adatta ad ogni situazione, giorno compreso. «Bisogna però tenere presente che dopo un'ora perde di leggerezza», dice Paolo Di Pofi, direttore artistico Wella International e Hairdreams. «Per chi ha i capelli medio-lunghi, l'alternativa può essere la coda da cavallo. E non pensate che sia troppo da bambina: anzi, è indicata anche per le signore, tirando i capelli i lineamenti si distendono e il viso appare più fresco».
A Parigi, città che detta le tendenze, hanno inventato dei bar per farsi una crocchia veloce in soli otto minuti. I modelli più richiesti? Al Bar à Chignon di Marianne Gray in rue Saint André des Arts 52, nell'animato Quartiere latino, lo fanno basso per il giorno, rialzato e fissato con la lacca per la sera. Chignon anche per il giorno del matrimonio: i saloni Marc Joubert offrono il servizio "Chignon & Attaches" a domicilio a partire da 300 euro, se invece si va in salone si spendono 120 euro.
martedì 19 luglio 2011
I MUST HAVE per l'abbigliamento femminile
Se per ogni stagione noi donne non troviamo mai nulla di appropiato da indossare nel nostro armadio e vogliamo sempre comperare l'ultimo "pezzo di grido" proposto dai brands, ci sono alcuni capi che non tramonteranno mai!
Ho stilato una lista dei dieci MUST HAVE, che non possono mancare in un guardaroba femminile:
Tubino nero
Jeans
Gonna a tubo
Twin set cashemire
Camicia da uomo bianca
Pantaloni neri classici
Blazer nero ( 2 o 4 bottoni )
Tailleur ( giacca-pantalone)
Sotto giacca
Cappotto nero o cammello
lunedì 11 luglio 2011
Yves Saint Laurent: l’amour fou
Vi voglio segnalare un libro che mi ha commosso per la sua profondità.
E’ da poco uscito per Feltinelli Real Cinema il film di Pierre Thoretton Yves Saint Laurent l’amour fou, YSL- Pierre Bergé , Una Vita d’ Amore Alta Moda Arte, con il DVD anche un libro, bellissimo come il film, L’ Amore è il Dardo a cura di Alessandro Bignami. Si tratta di una raccolta di saggi e prestigiosi interventi dedicati a Yves Saint Laurent
Se il senso di un amore è nel primo incontro Pierre Bergè e Yves Saint Laurent s’incontrarono, senza mai più lasciarsi, al funerale di Christian Dior del quale, presto, Yves Saint Laurent prese il posto dando vita ad una collezione che, mantenendosi all’ interno della tradizione Dior, portò importanti cenni di modernità con l’invenzione della linea trapezio.
Era il 1953, Pierre Bergé era un mercante d’arte e prima di conoscere Yves aveva fatto la fortuna di un altro giovane il pittore Bernard Buffet, suo pupillo. Uomo d’affari di grande fiuto comprese subito il grande talento di Saint Laurent e insieme costruirono un impero d’ arte moda e bellezza.
“Aveva l’oro nelle mani ma un brutto tarlo nella testa: era nato con una depressione nervosa. La gloria nulla potè: non era venuto qua giù per essere felice. Negli anni sessanta stanco si rifugiò nell’alcol, la droga la notte”. Così scrive su Le Figaro Anthony Palou.
Difatti nulla poté l’uomo d’affari Bergé di fronte al mal di vivere di Yves, gli organizzò l’esistenza, cucinò per lui, lo accudì come una madre, ma non riuscì a sottrarlo al suo isolamento e al suo dolore. Condivisero un folle amore per l’arte collezionando oggetti meravigliosi, la loro casa col tempo divenne un vero e proprio museo. L’arte fu la loro passione comune, la loro collezione d’arte fu il segno tangibile di un’unione vissuta sotto il segno della bellezza.
Yves Saint Laurent alimentò il suo lavoro di couturier con l’arte e, dopo aver portato sulle passerelle lo smoking al femminile, vi portò Mondrian, Picasso, Delacroix, Braque, Matisse, dando vita a creazioni indimenticabili ora custodite al Metropolitan Museum of Art di New York. L’intera collezione d’opere d’arte è andata all'asta da Christie’s nel 2008. Dice Pierre Bergé: “Se ho preso la decisione di cedere l’ intera collezione , è perché ai miei occhi , dopo la morte di Yves il 1 giugno2008, ha perso gran parte del suo significato. L’abbiamo costruita insieme”.
E’ da poco uscito per Feltinelli Real Cinema il film di Pierre Thoretton Yves Saint Laurent l’amour fou, YSL- Pierre Bergé , Una Vita d’ Amore Alta Moda Arte, con il DVD anche un libro, bellissimo come il film, L’ Amore è il Dardo a cura di Alessandro Bignami. Si tratta di una raccolta di saggi e prestigiosi interventi dedicati a Yves Saint Laurent
Se il senso di un amore è nel primo incontro Pierre Bergè e Yves Saint Laurent s’incontrarono, senza mai più lasciarsi, al funerale di Christian Dior del quale, presto, Yves Saint Laurent prese il posto dando vita ad una collezione che, mantenendosi all’ interno della tradizione Dior, portò importanti cenni di modernità con l’invenzione della linea trapezio.
Era il 1953, Pierre Bergé era un mercante d’arte e prima di conoscere Yves aveva fatto la fortuna di un altro giovane il pittore Bernard Buffet, suo pupillo. Uomo d’affari di grande fiuto comprese subito il grande talento di Saint Laurent e insieme costruirono un impero d’ arte moda e bellezza.
“Aveva l’oro nelle mani ma un brutto tarlo nella testa: era nato con una depressione nervosa. La gloria nulla potè: non era venuto qua giù per essere felice. Negli anni sessanta stanco si rifugiò nell’alcol, la droga la notte”. Così scrive su Le Figaro Anthony Palou.
Difatti nulla poté l’uomo d’affari Bergé di fronte al mal di vivere di Yves, gli organizzò l’esistenza, cucinò per lui, lo accudì come una madre, ma non riuscì a sottrarlo al suo isolamento e al suo dolore. Condivisero un folle amore per l’arte collezionando oggetti meravigliosi, la loro casa col tempo divenne un vero e proprio museo. L’arte fu la loro passione comune, la loro collezione d’arte fu il segno tangibile di un’unione vissuta sotto il segno della bellezza.
Yves Saint Laurent alimentò il suo lavoro di couturier con l’arte e, dopo aver portato sulle passerelle lo smoking al femminile, vi portò Mondrian, Picasso, Delacroix, Braque, Matisse, dando vita a creazioni indimenticabili ora custodite al Metropolitan Museum of Art di New York. L’intera collezione d’opere d’arte è andata all'asta da Christie’s nel 2008. Dice Pierre Bergé: “Se ho preso la decisione di cedere l’ intera collezione , è perché ai miei occhi , dopo la morte di Yves il 1 giugno
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